Speleo Club Ribaldone - Genova

Gruppo speleologico fondato nel 1970

Carcaraia

Resoconto Carcaraia 5/6 marzo 2022

Partecipanti: Jack Maurizio Rizzotto, Corvo  Marco Corvi, Marc Faverjon, Gianni Guidotti, Susi Susana Crespo, Pota Matteo Rivadossi, Silvio e diversi altri toscani e lombardi


Avvicinamento su ghiaccio, obbligatori ramponi/ramponcini x la salita alla buca della cava bassa della carcaraia, mentre mi cambiavo guardavo l'enorme voragine ricordandomi che è stata la mia prima grotta con verticale quando ancora non ero nemmeno uno speleologo, ed ora avere la possibilità di entrare in Saragato proprio da lì mi emoziona.... La discesa è ghiacciata e si fatica a non scivolare sulla verticale e penso, in quel punto Sergio mi aveva chiesto se preferivo che rimanesse sotto a tenermi la corda, be considerando il ghiaccio me la sarei fatta tenere volentieri.... arrivati nell enorme salone dell ingresso il corvo apre la pista e si infila nell angusto passaggio, non stretto, ma sembra di entrare dentro una bufera di neve, io lo seguo, pozzi, meandri, altri pozzi, ogni tanto non capisco bene come superare questi strani passaggi tecnici, ma non ho il tempo di ragionare perché ho sempre qualke d uno alle calcagna, quindi mi lancio e cerco di volare sulle corde senza volare sul fondo del pozzo.... Ogni tanto capisco che le corde li non sono proprio per tutti, a volte Gianni dietro di me mi spiega qualche cosa sul complesso, poi mi giro e lo ritrovo davanti, ma continua ugualmente a raccontare.... Altri ragazzi dietro mi dicono, caspita a sto passo non ho nemmeno il tempo d capirla la grotta, fortunatamente, avrò tempo il giorno dopo al ritorno per capirla.... In qualke ora arriviamo al campo, approssimativamente sono sui 300m di dislivello dall ingresso.... Li c si organizzano le squadre e ci si riempie il sacco col materiale, una squadra continua l esplorazione del pozzone infinito, mentre io corvi e Silvio rileviamo una condotta laterale.... Dal campo si scende un 60m, poi si arriva ad una fighissima galleria freatica in salita con tanto di scallops levigati, poi forra e ci si divide, noi proseguiamo in una direzione dove c'è molta aria e il rilievo è bianco, tutto ignoto, il corvo decide di lasciare a me il compito di usare topodroid, mentre lui usa il disto e si intercala con Silvio a risalire e armare questa condotta, dopo aver attrezzato due salatini la condotta si fa stretta, proviamo a passare ma serve materiale da disostruzione, si decide di disarmare perché in saragato non si perde tempo ad allargare possibili passaggi, li si esplora nel largo, basta trovare i passaggi giusti.... Tutta un altra storia rispetto alle nostre abitudini.... Si torna indietro e si va verso il pozzone, arrivati sull orlo del nero più totale, lascio il cellulare a Silvio e toccherà a lui rilevare questo mastodontico vuoto, si scende ed è buio, si scende ancora ed è sempre buio, ah finalmente si tocca coi piedi per terra in una cengetta, da lì dovrebbero mancare altri 200m di buio più totale, si scende ancora fino a un terrazzo, bisogna fare attenzione alle pietre perché essendo un unica verticale a tirar giù un sasso fai una carneficina di speleologi e le pietre in alcuni punti sono tante..... si continua a scendere, ancora altri 100m e forse si vedrà la fine, nero, terrazzo, per un attimo penso siamo in fondo, ma la corda continua, le dimensioni però cambiano, il pozzo si restinge e l acqua si avvicina sempre più a noi, si attraversa velocemente per non bagnarsi e finalmente ultima calata al fondo.... Piccole dimensioni, in un pavimento detritico.... Della squadra prima non ce traccia, si chiude il rilievo e si torna su, terrazzo a 50m dal fondo, ecco un buchetto da dove poi uscirà l altra squadra, la sotto altri 3 pozzi e hanno stimato 500m dal campo.... Risaliamo, con molta calma e tanta pazienza, alla fine il pozzo dovrebbe essere tra i 350 e i 400 di verticale, finito il pozzo si torna alle gallerie i vari pozzetti e meandri e finalmente al 60m che precede il campo.... Ore 2 di notte siamo al campo, ceniamo e dormiamo.... Ore 8 sveglia, ci si rilassa un po e poi con calma si torna su, il corvo mi spiega la grotta e le varie congiunzioni e deviazioni verso gli altri rami e vedendola in risalita riesco anche a godermela, l uscita nel ghiaccio e nella bufera mi ricorda che sono in saragato, ma il salone della buca della miniera bassa invece mi ricorda che io in questa grotta sono a casa.... Si conclude con birra e vini di livello nella strada di cava.... 

Viva il Martel e il Ribaldone




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